Nel 1914, dopo quarant’anni di pace, precaria quanto si vuole ma pur sempre pace, le nazioni d’Europa si saltarono finalmente alla gola, portandosi dietro buona parte del mondo che allora era una loro colonia. E fu la Prima Guerra Mondiale. Come il Piero di Fabrizio De André, furono milioni i ragazzi che andarono a riempire le trincee. E come lui, molti non fecero ritorno, avendo incontrato un altro Piero con una divisa di colore diverso, più svelti di loro a non ricambiare la cortesia e premere il grilletto.
L’Italia cominciò la sua Grande Guerra con un anno di ritardo, credendo di cavarsela con una campagna breve, di tipo risorgimentale. Non per nulla si trattava di completare il Risorgimento, ricongiungendo alla patria Trento e Trieste. Durò tre anni e mezzo, uno in meno che per le altre potenze, vincitrici o vinte. E di ragazzi come Piero alla fine sotto i papaveri rossi ne rimasero circa un milione, soltanto di italiani.
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